Questa serie di opere, composte attraverso elaborazioni grafiche computerizzate ad alta definizione, si può identificare per una tematica che ha, nelle diverse culture e sotto l’influsso di tradizioni religiose diverse, una caratteristica unificante. Tale caratteristica rappresenta  una sorta di dialettica, con sfumature più o meno conflittuali, a seconda degli ambiti territoriali e delle visioni del mondo che sono prevalse nel corso della storia.

La dialettica e la conflittualità si sviluppa tra questi due poli:  da un lato la sensualità, la dirompente energia dell’attrazione sessuale pura e  semplice, al di fuori delle finalità riproduttive e di qualsiasi binario formale; dall’altro il richiamo- attraverso la cupola che vuole rappresentare, in questo ambito, la cultura del limite, del sacro inteso come ricerca di spiritualità- al controllo delle pulsioni in misura più o meno accentuata.

Senza voler fare una storia delle religioni e tantomeno un trattato di antropologia culturale, è tuttavia utile, per comprendere il senso e l’ispirazione di questa sequenza di opere, ricordare quanto si sia sviluppata, nella storia umana, la tendenza a contrapporre spirito e corpo, addirittura connotando l’una come bene e l’altro come male. Questo, presumibilmente, per la tutt’altro che infondata convinzione che una sessualità senza freni possa essere un fattore di disgregazione sociale devastante. Resta per altro innegabile il fatto che questa esigenza ha anche prodotto colpevolizzazioni aberranti, mitologie terrificanti ed una serie di evitabili patologie da repressione, come da Freud d’altronde ben evidenziato.

In queste mie opere cerco di riassumere l’eternità di questa dialettica conflittuale, a volte rappresentando il mondo della sensualità con un lievissimo accenno ; altre volte evidenziando con più forza ed evidenza le seduzioni possibili e la vis sessuale più esplicita, sia pure con attenuazioni visive ritenute opportune.

L’opera nel suo insieme vorrebbe porre l’accento sulla compresenza di queste polarità, apparentemente divergenti, del nostro universo vitale, ma anche auspicare una composizione armonica dell’insieme di elementi naturali e culturali che rappresentano il mistero e la bellezza dell’esperienza umana sulla terra e nell’universo.

Dopo molte esitazioni, ho deciso di produrre anche una serie di immagini decisamente forti ed esplicite, sempre comunque abbinate al contrasto con la cupola, come contraltare di ricerca e meditazione sul senso dell’universo e dell’uomo che ne rappresenta la coscienza. Il tabù culturale che in molti luoghi, ( non in tutti, né in tutte le epoche storiche) che impone di evitare la rappresentazione di organi sessuali e di congiungimenti carnali diversamente e liberamente giocati, intende imporre una supremazia della cultura sul mondo degli istinti. Questo conflitto esiste e come già accennato Freud lo sottolineò con forza, ma edulcorarne l’essenza mi è sembrato infine un modo ipocrita di negare parti importanti della natura dell’uomo.

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